S.O.S. BIO. COSA C'E' NELLO SHAMPOO DEI TUOI BIMBI?

Occuparsi di Bioedilizia significa non solo indagare sulla sostenibilità ambientale, ma anche sulla nostra salute.

Oggi vogliamo capire come riconoscere i componenti chimici presenti all'interno dei vari prodotti per l'igiene e la cosmetica, soprattutto a partire da quelli dichiarati come "anallergici" o "delicati per bambini". Quante volte a ognuno di noi è davvero capitato di soffermarsi sull'etichetta andando ad analizzare i differenti termini presenti tra gli ingredienti degli shampoo, dei bagnoschiuma e delle creme per noi e per i nostri bambini? Bene, non preoccupatevi se non lo avete ancora fatto... Purtroppo i tempi a cui siamo abituati ci inducono a fidarci delle scritte "ipoallergenico", "con camomilla naturale", "shampoo specifico per la cute sensibile del bambino", "senza parabeni", "senza allergeni", etc.. Ma non è mai troppo tardi. In questa sede non vogliamo darvi la soluzione, non c'è mai un sistema uniformato valido per ciascuno; vogliamo, però, darvi e darci la chiave di lettura per un consapevole e sostenibile consumo, quello che Fabrizio Zago chiama "GUIDA AL CONSUMO CONSAPEVOLE DEI COSMETICI o più semplicemente BIO-DIZIONARIO".

Fabrizio Zago è un chimico industriale e autore di http://www.biodizionario.it/, sito che vi consigliamo di utilizzare per indagare sugli ingredienti contenuti nei vari prodotti cosmetici. Qui sono classificati con bollini verdi, gialli e rossi a seconda della loro pericolosità, per le persone o per l’ambiente, che vanno così interpretati:

2 bollini verdi = vai che vai bene

1 bollino verde = accettabile

1 bollino giallo = ci potrebbero essere dei problemi ma, tutto sommato si può chiudere un occhio soprattutto se il componente è alla fine degli ingredienti

1 bollino rosso = qualche problema, se ne sconsiglia l'uso a meno che sia il solo componente in rosso o che sia presente in misura minore (cioè elencato alla fine della lista INCI)

2 bollini rossi = inaccettabile

 

 «Nel Biodizionario punto molto sull’impatto ambientale, e i peg, polyetylen glycol, sono proprio un esempio di prodotti che hanno difficoltà a essere smaltiti e che quindi creano problemi anche al mondo acquatico. Sono al 99.9 per cento di origine petrolifera.  [...] In sé non darebbero problemi alla salute se fossero purissimi, ottenuti in laboratorio. Il problema è che in genere durante la lavorazione si creano sostanze come il diossano, sospettato di creare danni al sistema nervoso e di essere cancerogeno. È meglio quindi che i peg non siano presenti nei prodotti, anche perché come minimo sono uno spreco di petrolio. [...] La legge prescrive che si possano usare se hanno un certo grado di purezza: c’è un limite del 3 per cento di inquinanti. Preferisco però prevenire il rischio: se in una pasta all’ossido di zinco, per esempio, c’è il 2.9 per cento di inquinanti è legale, ma posso essere sicuro che faccia meno male di una che ne ha il 3.1 per cento ed è illegale? Un’altra condizione su cui bisogna riflettere è che ci sono altre molecole che possono sostituire i petrolati, con la funzione di creare una barriera protettiva, e che non provengono dal petrolio. Paraffina e altro continuano a essere usati perché sono molto economici» .
Attualmente sono conosciute esattamente 6205 sostanze che possono essere impiegate nella produzione di cosmetici. F. Zago ne ha catalogate "solamente" 4947, cioè quelle che si usano più frequentemente.

Inoltre, gli ingredienti, elencati in ordine decrescente a seconda della rispettiva quantità percentuale, possono però essere posti in fondo alla lista se inferiori all'1 % nella composizione. «I produttori che sanno di aver usato due sostanze che non sono gradite ai consumatori possono così metterle in fondo alla lista». Di solito queste sono sempre classificate con 1 o peggio 2 bollini rossi. I prodotti per i bambini che sono più severamente controllati, ammettono purtroppo la presenza di profumi.  «Ci sono però sostanze intollerabili che vengono però usate, a volte: la prima è il profumo. Si sa, oggi, che la maggior parte delle allergie nasce nei primi mesi o primi anni di vita, e il profumo può crearne. Ancora peggio sono i Bht o Bha: sono antiossidanti, hanno come unico scopo quello di non fare ingiallire la crema. Sono però nella lista di possibili disturbatori endocrini: significa che possono creare un disequilibrio ormonale se vengono assorbiti».

S.O.S. BIO. Bio non vuol dire necessariamente biologico, piuttosto biodegradabile: «Naturale non significa per forza anche buono, il curaro per esempio è naturalissimo. Bisognerebbe smettere di parlare di prodotti “green” o “biologici” e considerare invece il livello di tossicità, di biodegradabilità e altri valori che assicurano che la parte di prodotto che viene assorbita non faccia male».

 

 

Link di siti consigliati: 

http://www.saicosatispalmi.com/

http://www.veganblog.it/

http://www.tuttogreen.it/